Malgrado le fortissime proteste il Department of Homeland Security degli Usa insiste per costringere i vettori aerei americani a prendere le impronte digitali al check-in passeggeri in partenza sui voli internazionali. I vettori hanno finora inutilmente lamentato l’alto costo della procedura, che richiederebbe molto tempo imponendo lunghe attese ai passeggeri, e insistono perché di prendere le impronte digitali si occupi invece il personale della Transportation Security Administration. Ma il DHS tiene duro: il suo vice segretario Michael Jackson ha detto a Vancouver, nel meeting della Iata, che il dipartimento sta per emettere una apposita Notice of Proposed Rulemaking: «Solo così possiamo immaginare di prendere le impronte digitali, basterebbero pochi secondi. E non sarebbe difficile integrare l’operazione nel modello di business adottato dal trasporto aereo per il suo business» ha detto, insistendo che questo non allungherebbe affatto le code ai check in. Il DHS intende portare la procedura a regime entro il 2008, e a quanto pare intende fornire ai vettori, per facilitarli, anche lettori ‘self service’ per impronte e passaporti, dei quali i passeggeri potrebbero servisi in relativa autonomia.


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